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BOLZANO HA SALUTATO CON UN SOLD OUT IL DEBUTTO IN PRIMA NAZIONALE DI CLAUDIO BISIO, PROTAGONISTA DELLO SPETTACOLO “LA MIA VITA RACCONTATA MALE” NELLA STAGIONE DELLO STABILE
Dopo aver annullato le date genovesi a poche ore dalla prima per via di un caso di positività al Covid-19 riscontrato in compagnia, “La mia vita raccontata male” ha iniziato il tour al Teatro Comunale di Bolzano. Recite fino al 30 gennaio.
Tutto esaurito ieri sera 28 gennaio per la prima nazionale di “La mia vita raccontata male”, spettacolo interpretato da Claudio Bisio, nuova produzione del Teatro Nazionale di Genova presentata fino al 30 gennaio nella stagione dello Stabile Bolzanino (sabato 29 gennaio alle 20.30 e domenica 30 gennaio alle 16.00).
A dirigere lo spettacolo Giorgio Gallione, a cui Bisio è legato da un sodalizio artistico che ha dato vita a una lunga serie di successi, a partire da Monsieur Malaussène di Daniel Pennac sino a Father and son di Michele Serra. Per questa nuova avventura l’attore e il regista si sono confrontati con il variegato patrimonio letterario di Francesco Piccolo, sui cui testi è stato interamente costruito lo spettacolo.
La prima delusione amorosa, i mondiali di calcio guardati con il padre, la ribellione, l’incontro con la futura moglie, l’impegno politico, i successi lavorativi, i figli. “La mia vita raccontata male” si presenta come un romanzo di formazione divertito e pensoso, che segue il protagonista dalle elementari all’età adulta, lasciando intravvedere sullo sfondo l’Italia spensierata di ieri e quella sbalestrata di oggi. Attingendo a diverse opere di Francesco Piccolo, da Momenti di trascurabile felicità al romanzo Premio Strega Il desiderio di essere come tutti, lo spettacolo racconta con grande ironia quegli episodi che a volte sembrano ininfluenti, a tratti anche inciampi grotteschi, e che invece inaspettatamente diventano poi momenti cruciali della nostra crescita. Perché se è vero che ci mettiamo una vita intera a diventare noi stessi, quando guardiamo indietro la strada che abbiamo percorso è ben segnalata da una scia di scelte, intuizioni, attimi, folgorazioni e sbagli, spesso tragicomici o paradossali.
Accompagnato dalle musiche composte da Paolo Silvestri ed eseguite dal vivo da due chitarristi non nuovi a imprese teatrali come Marco Bianchi e Pietro Guarracino, Claudio Bisio è perfettamente a suo agio nel gioco tra pubblico e privato, che caratterizza da sempre i testi di Francesco Piccolo, una sorta di auto-fiction che viene qui modellata sul protagonista ma tra le cui pieghe in molti potranno riconoscersi. Nella scena di Guido Fiorato, che cura anche i costumi, spiccano grappoli di libri e televisori accesi dal perenne segnale interrotto, illuminati dai colori accesi delle luci di Aldo Mantovani.
La conclusione di questo viaggio agrodolce, in cui si ride e ci si emoziona, è che la vita forse non è esattamente quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda. E che non sempre la si vive come vuoi tu, ma come vuole lei. Indirettamente lo spettacolo diretto da Giorgio Gallione è anche una riflessione sull’arte del narrare, su come il tempo modifica e trasfigura gli accadimenti, idealizzando il passato, cancellando i brutti ricordi e magnificando quelli belli, reinventando così il reale nell’ordine magico del racconto.
Dopo le recite bolzanine “La mia vita raccontata male” si appresta a percorre l’Italia con un tour che si chiuderà a metà marzo, toccando Savona, Lodi, Chiasso, Trieste, Gorizia, Ancona, Reggio Emilia, Bologna, Vercelli, Bergamo, Monza, Pescara, San Marino e Carpi.