OtellO

Kinkaleri esplora una delle più famose tragedie shakespeariane come luogo per dare alle parole il potere di essere e diventare OtellO. Un testo da esplorare sotto un segno chiaro, nella ricerca di un Corpo che contenga simultaneamente Parola e Suono per raccontare se stesso e ciò a cui allude. Il potere che il linguaggio ha nell’im­porre piegature e distorsioni alla realtà, si allunga come un’ombra sui corpi che aderiscono allo spazio come a un destino. Una scrittura/corpo che della vicenda non assume le sembianze dei personaggi, né la loro condizione psicologica, ma cerca direttamente nella dinamica, nelle forze e nelle tensioni prodotte dai corpi, di essere diretto antagonista della menzogna di un mondo generato dalle parole. Il suo unico, inalienabile potere di non poter mentire. Individuale/collettivo si ricolloca al centro della scena per ribadire la sua necessaria presenza.
La vicenda della gelosia assassina del guerriero Otello, educato a una sola etica e verità, si incontra e sovrappone con le parole di Iago, che del linguaggio fa un uso soggettivo e non ideologico. Una tragedia nutrita di racconti, supposizioni e immaginazioni; un dispositivo verbale che colloca i propri elementi al posto giusto, per far sì che ogni cosa precipiti. Un racconto che nel suo svolgersi applica opposizioni tra condizioni - filosofia/poesia, antico/moderno, relativo/assoluto, raziocinio/sentimento - nella ricerca di un linguaggio che non pretende di spiegarsi ma di restare straniero. Straniero come è Otello.
Per Kinkaleri OtellO è l’occasione di una riscrit­tura coreografica che cerca di assumere su di sé, ancora una volta, le tensioni della rappresenta­zione contemporanea nel momento transitorio e ambiguo che abbiamo la (s)fortuna di vivere. Una rinnovata età di passaggio, rifugio nella tra­dizione e nelle inevitabili fughe verso un futuro quasi presente. Nelle sue contraddizioni tra globale e locale. Nell’opposizione a una difesa delle iden­tità e nella volontà di spogliarsene per pura vita. Nell’esaltazione del soggetto e nella necessità di trovare paradigmi di deci­frazione collettiva condivisa. Nella sua volontà di erigere muri o non avere stati. Nel suo essere e poter essere ancora più vibrante, prima che l’umano cessi di essere solo umano.

liberamente tratto da The Tragedy of Othello, the Moor of Venice di William Shakespeare

progetto e realizzazione Kinkaleri - Massimo Conti, Marco Mazzoni, Gina Monaco
con Michael Incarbone, Chiara Lucisano, Caterina Montanari, Michele Scappa
musiche originali Canedicoda
luci Kinkaleri, Giulia Barni
direzione tecnica Mattia Bagnoli
assistente alla regia Simone Schiavo
produzione Elena Conti
organizzazione Gaia Fronzaroli

coproduzione KINKALERI/KLM, TEATRO METASTASIO DI PRATO
con il sostegno di MIC - MINISTERO DELLA CULTURA, REGIONE TOSCANA

11.03 2023
20:30
Bolzano Teatro Comunale, Studio

Teatro Stabile di Bolzano
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