Disposizioni generali
La brocca rotta
La più bella commedia del teatro tedesco
di Heinrich von Kleist
TEATRO STABILE DI BOLZANO
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Questa commedia nasce da una scommessa, da un gioco: e poche volte un’opera d’arte ha portato così evidenti, anche al suo interno, i segni del gioco e della scommessa. Fu in Svizzera nel 1802 che Kleist e i suoi amici Wieland e Zschokke decisero di trarre una commedia, una satira e un racconto da un’incisione di Le Veau intitolata La cruche cassée. Wie-land rinunciò all’esecuzione del suo progetto, Zschokke mise insieme un mediocre racconto, mentre Kleist, leggendo con acume ispirato le fisio-nomie e i gesti di quella piccola gente in ambiente fiammingo-olandese, ne trasse la più bella e sostanziosa commedia di tutto il teatro tedesco. Che l’autore non ci vedesse solo un’occasione di riso disimpegnato ri-sulta evidente a chiunque conosca la radicale tragicità e problematicità dell’opera di Kleist.
Adamo, il giudice del villaggio è parente dei vecchi semidei osceni e bef-fardi dal piede caprino, dalla coda villosa, dalle corna di becco, dall’ap-pendice erotica spropositata. Così come certi servi della commedia plautina, come gli Zanni della Commedia dell’Arte, come quasi tutti i per-sonaggi del Ruzante, il Falstaff di Shakespeare, l’Ubu Roidi Jarry. Commedia della piccineria umana, infestata da superstizione e corruzio-ne: la si potrebbe leggere tutta come una parodia del potere, per questa volta senza niente di cruento o irrimediabile. Il nucleo della Brocca rottaè Adamo con le sue infinite risorse di menti-tore e con quella fuga finale per i campi innevati, sotto gli occhi di tutti, la parrucca, antiquato simbolo di un’autorità abusiva e coperta di vergo-gna, che gli sbatte sulla schiena.
Dal punto di vista artistico La brocca rottaè l’opera perfetta di Kleist. Il progressivo districarsi del nodo degli equivoci, nella parte culminante e conclusiva, qui non stona e non disturba come nelle sue tragedie, ma anzi conferisce alla commedia una magnifica struttura e uno sviluppo ascendente unitario.
Un esercizio perfetto, che ha illuso ed estasiato ge-nerazioni di amatori. Qui l’autore volle costruire nel suo “astratto furore” una commedia, forse per distrarsi dal troppo duro impegno tragico, e la costruì limpida e salda, a regola d’arte, esemplare. Dopo il successo del Malato immaginariodi Molière, Marco Bernardi diri-ge con lo stesso cast, guidato da Paolo Bonacelli, Patrizia Milani e Carlo Simoni, la più bella commedia della letteratura teatrale tedesca.
BOLZANO: Teatro Comunale (Sala Grande) dal 7 all'10 novembre
GENOVA: Teatro della Corte dal 12 al 17 novembre
BRUNICO: Haus Michael Pacher lunedì 18 novembre
BRESSANONE: Forum mercoledì 20 novembre
MERANO: Teatro Puccini venerdì 22 novembre
VIPITENO: Teatro Comunale lunedì 25 novembre
TESERO: Teatro Comunale martedì 26 novembre
PERGINE: Teatro Comunale mercoeldì 27 novembre
TIONE: Teatro Comunale giovedì 28 novembre
MEZZOLOMBARDO: Teatro 2 dicembre
MILANO: Teatro Carcano dal 4 al 15 dicembre
TRENTO: Centro S. C. Santa Chiara dal 9 al 12 gennaio
ROMA: Teatro Quirino dal 14 al 26 gennaio
BRESCIA: dal 29 gennaio al 2 febbraio