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Il malato immaginario
Un grande successo comico
di Molière
TEATRO STABILE DI BOLZANO
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Commedia meravigliosa. Vi rintracciamo struggenti note autobiografiche, paure au-tentiche, allucinazioni perfettamente fuse in un congegno comico che Bernardi esalta con velature oniriche volte a suggerire il fondo crudele del Malato. Il quale ha in Paolo Bonacelli un interprete superbo che dà a Argante una fragilità infantile e un cinismo spaventoso. Tonina è una speziata Patrizia Milani, Beraldo ha l’ironica concretezza di Carlo Simoni.
Osvaldo Guerrieri / La Stampa
La regia è di Marco Bernardi che assieme ai suoi interpreti offre al pubblico uno spettacolo pulito e chiaro, da una parte capace di restituirci la solita commedia comico-farsesca, motore di risate e di divertimento paradossale; dall’altra propenso a enu-cleare, dalla storia e dai caratteri, la solitudine reale, non di rado tormentosa, del drammaturgo-attore francese.
Rita Sala / Il Messaggero
Marco Bernardi su questo archetipo costruisce uno spettacolo che vale la pena di vedere. Qui gli ingredienti sono mescolati come piacerebbe a Molière. Bravi tutti gli interpreti in uno sfoggio di comicità, di ironia, di autoironia.
Silvana Zanovello / Il Secolo XIX
Certo è feroce lo sguardo di Molière in punto di morte, contro i medici rapaci e contro la corte ballerina per cui lavorava (destino maledetto dell’attore), ma diventa altret-tanto feroce anche lo sguardo del Malato di Bonacelli che si fa vittima per esercitare il potere, bisognoso per misurare le altrui capacità, cagionevole per irridere l’inadeguatezza degli altri.
Gianfranco Capitta / Il Manifesto
Un allestimento tanto godibile sul versante comico quanto inquietante sotto il profilo della dimensione drammatica in cui si rovescia il senso del comico.
Enrico Fiore / Il Mattino
Gran prova per un attore, Paolo Bonacelli, che con un gusto di recitare solo suo, sguaz-za a meraviglia nel ruolo. Il suo è un Argante certo più comico che drammatico, più buffonescamente maniacale che angosciosamente smarrito nelle sue farneticazioni.
Domenico Rigotti / Avvenire
E' questo sovvertire i fattori in campo, è questa lettura alla rovescia, è questa riflessio-ne amara sulla condizione umana travisata e condannata dalla retorica delle apparen-ze, il tracciato su cui scorre questa messinscena. Da un lato, come sempre, emergerà la struttura comica, efficace e forsennata, e dall’altro lato si farà strada una solitudine esistenziale che è frutto di disillusione e disincanto, specchio della biografia vissuta personalmente e artisticamente dallo stesso Molière.
Rodolfo Di Giammarco / La Repubblica
BOLZANO: Teatro Comunale (Teatro Studio) sabato 8 febbraio h. 20.30 e domenica 9 febbraio h. 16.00
MONFALCONE: 11, 12 febbraio
GEMONA: 13 febbraio
GROSSETO: 17 febbraio
AREZZO: 18 febbraio
S. GIOVANNI IN VALDARNO: 19 febbraio